A Rivignano tradizionalmente da tempi lontani sono giorni di festa (così come altrettanto tradizionalmente, però, accade anche a Perugia e in Sicilia; non crediamo, quindi, di essere titolari di una "esclusiva").
Ma altrettanto storicamente a Rivignano la "festa" si è sempre inserita in un contesto di ricorrenza religiosa; il mercato, le feste, i balli non erano cosa separata dalla ricorrenza religiosa, ma ne erano "solo" parte integrante della Festa Cristiana.
E' la nostra società che si sta evolvendo in questo modo, cercheranno di sostenere alcuni. Si certo, in parte sarà pure così. Però sono delle precise scelte deliberate di certi attori sociali che "favoriscono" questa evoluzione; sono precise scelte che portano a preferire certi valori a discapito di altri Valori. Quindi non è casuale, ciò che sta accadendo; e non è neanche incontrovertibile!
Non vi tedio ulteriormente con questi miei pensieri.
Tuttavia vorrei dire che per quanto mi riguarda le "luci di Rivignano" durante questi giorni di Festa non sono solo quelle brillanti, accecanti, gioiose, colorate delle giostre, dei saltimbanchi e delle bancarelle con le loro mercanzie e dolciumi esposti oppure le zucche illuminate del giorno prima per festeggiare Halloween (che è una festa pagana che proprio nulla di nulla ha a che vedere con la nostra cultura e le nostre tradizioni!). Non dico che non mi piacciono e che non si devono fare. No, non è così; ci passeggio volentieri in mezzo e mi piace vedere la gente che si diverte. Ma c'è un limte dettato dal buon senso per, in fondo, rispettare noi stessi, le nostre origini, chi siamo e chi vogliamo essere.
Per me le luci di Rivignano (e di ogni altro nostro paese, città) in questi giorni sono anche (e soprattutto) quelle tante più piccole, soffuse, tremolanti e irriconoscibili che vediamo in questa immagine che segue.
Ognuna di queste luci ci indica la via come un faro e ci ricorda (o almeno dovrebbe ricordare) ad ognuno di noi qualcuno in particolare e molti in generale; ma tutti questi hanno dato molto per consentire a noi oggi di godere di tanti benefici. Mi riesce difficile pensare che si possa ora svilire il giorno che a loro dobbiamo, come riconoscenza, trasformandolo in una mera occasione di "festa" fine a sè stessa (o a fini economici) e basta o addirittura scadendo con iniziative quantomeno inopportune.
Come vedete non ho volutamente posto la questione tanto dal punto di vista della sola ricorrenza religiosa quanto da un punto di vista anche laico (riconoscenza verso i nostri avi).
Però non ho davvero potuto fare a meno di esprimere la mia modesta opinione che oggi è stata ripresa anche sul Messaggero Veneto (pag.34), come potrete leggere qui di seguito.
In conclusione, ben vengano le feste in piazza ma, signori: un pizzico di rispetto in più anche per il sentire religioso di ancora tanti rivignanesi (e non solo).
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